Oggi con una nuova inchiesta abbiamo messo ancora una volta in evidenza un sistema malato, che da un lato continua a finanziare gli allevamenti intensivi e dall'altro rincorre obiettivi di riduzione delle emissioni inquinanti di cui questi sono responsabili.

Grazie ai dati raccolti nel Registro europeo delle emissioni e dei trasferimenti di sostanze inquinanti (E-PRTR) è stato possibile mappare gli allevamenti intensivi che emettono maggiori quantitativi di ammoniaca (NH3), un inquinante dannoso per l’ambiente e la salute umana, che contribuisce alla formazione delle polveri fini, soprattutto nelle zone ad alta vocazione zootecnica della Pianura Padana. 

Una mappa che illustra solo la punta dell’iceberg! Le emissioni comunicate al registro Europeo corrispondono infatti solo all'8% del totale imputabile agli allevamenti intensivi italiani. Una percentuale che deve essere assolutamente aumentata, per ottenere un monitoraggio il più possibile completo di queste attività inquinanti, ed intervenire per la riduzione delle loro emissioni, come previsto dalla proposta della Commissione UE di modifica della direttiva europea sulle emissioni industriali.

Nei prossimi mesi l'Europa e il Governo Italiano dovranno discutere questa proposta, che ha già sollevato reazioni violente da da parte di esponenti politici e di alcune organizzazioni di categoria, quasi a ignorare che gli allevamenti intensivi sono già da anni considerati “attività insalubri di prima classe“, seconda causa di formazione delle polveri sottili in Italia, che ogni anno causano migliaia di morti premature nel nostro Paese. 

Per proteggere la salute delle persone e dell'ambiente è necessario regolamentare queste attività, ma anche pianificare una riduzione del numero degli animali allevati, e del consumo di prodotti di origine animale. 

Come sempre, questo impegno ci vedrà unitə nel sensibilizzare, informare e fare pressione politica a tutti i livelli.

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